Archivio per gennaio 2008

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 Mai nessuna meraviglia potrà più toccarmi
Mai nessuna comprensione potrà mai guarirmi
Mai nessuna punizione sarà più severa
Mai nessuna condizione sarà mai più vera….

 

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Pubblicato 29 gennaio 2008 da anaranjaverde in Senza categoria

27 Gennaio   Leave a comment

soluzione finale alla questione ebraica:

« Non siete venuti in un sanatorio, ma in un campo di concentramento tedesco. Da qui non c’è altra via d’uscita che il camino del crematorio. Se a qualcuno questo non piace, può andare subito contro il filo spinato. Se in un trasporto ci sono degli ebrei, non hanno diritto a sopravvivere più di due settimane, i preti un mese e gli altri tre mesi »

I detenuti ricevevano un numero progressivo che, per tutta la durata del soggiorno all’interno del campo di concentramento, ne avrebbe sostituito il nome. Il numero era tatuato sul braccio sinistro del prigioniero. Il numero di matricola, impresso su un pezzo di tela, era anche cucito sul lato sinistro della casacca, all’altezza del torace, e sulla cucitura esterna della gamba destra dei pantaloni. Al numero era associato un contrassegno colorato, che identificava le diverse categorie di detenuto:

 

  • un triangolo di colore rosso identificava i prigionieri politici,
  • una stella a sei punte di colore giallo identificava i prigionieri ebrei;
  • un triangolo verde identificava i prigionieri criminali comuni;
  • un triangolo di colore nero identificava gli "asociali";
  • un triangolo di colore viola identificava i cristiani Testimoni di Geova
  •  un triangolo di colore rosa identificava i prigionieri omosessuali;
  • un triangolo di colore marrone identificava i prigionieri "zingari"
  • un triangolo di colore verde appoggiato sulla base identificava i prigionieri assoggettati a misure di sicurezza
  • una lettera "E"prima del numero di matricola indicava i prigionieri da educare

     
  • un cerchietto di colore rosso recante la sigla "IL" (Im Lager, nel campo) identificava i prigionieri ritenuti pericolosi o sospetti di tentare la fuga;
  • un cerchietto di colore nero identificava i prigionieri della "compagnia penale".

 

 

 "Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata.Mai dimenticherò quel fumo.Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede.
Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l’eternità il desiderio di vivere.
Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto.
Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai"

Son morto ch’ero bambino

son morto con altri cento

passato per un camino

e ora sono nel vento

Ad Auschwitz c’era la neve

il fumo saliva lento

nei campi tante persone

che ora sono nel vento

Nei campi tante persone

ma un solo grande silenzio

che strano, non ho imparato

a sorridere qui nel vento.

Io chiedo come puo` un uomo

uccidere un suo fratello

eppure siamo a milioni

in polvere qui nel vento.

Ancora tuona il cannone

ancora non e` contenta            

di sangue la bestia umana

e ancora ci porta il vento.

Io chiedo quando sara`

che un uomo potra` imparare

a vivere senza ammazzare

e il vento si posera`.


 

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Pubblicato 27 gennaio 2008 da anaranjaverde in Senza categoria

thx   Leave a comment

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ed ecco ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare
mi porto un po’ della tua ghiaia
un po’ del tuo sale azzurro
un po’ della tua infinità
e un pochino della tua luce
e della tua infelicità.
Ci hai saputo dir molte cose
sul tuo destino di mare
eccoci con un po’ più di speranza
eccoci con un po’ più di saggezza
e ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare.

 

;

 

 

 

 

 

Pubblicato 27 gennaio 2008 da anaranjaverde in Senza categoria

xxx   Leave a comment

quando mantieni

i pensieri a galla…

come l’olio sull’acqua, sospesi in superficie

e non ci pensi…anche se per mantenerli calmini ci pensi sempre.. 

e al primo che va giù, più giù trova il muro di berlino

una frontiera corazzata e lo distruggi di cazzate…

eh si! si studia e non c’è tempo per i pensieri

questa è la scusa.

la verità è che non ci penso mai.. 

….

….

 

di  giorno.

 

. non posso…

 

 

ma la notte….

e chi dorme la notte!

 

 

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Pubblicato 26 gennaio 2008 da anaranjaverde in Senza categoria

37 periodico   Leave a comment

Pubblicato 21 gennaio 2008 da anaranjaverde in Senza categoria

pensieri di niente   Leave a comment

"Le mie mani si muovono

E stanno ferme

Ma più spesso si muovono

La mia testa si muove

E sta ferma

Ma più spesso si muove

I miei capelli crescono ed io

Io li coloro

E loro ricrescono

 

La mia mente pensa

E a volte no

Ma di solito si perde

In pensieri di niente

 

La mia mente è questa

Io lo so

Quando capita è che

Significa è

Un pensiero di niente

 

Io non so cosa dirti

E cosa darti

Se fuggirti o cercarti

Finchè la vita e non la morte

Ci separa

Ne parliamo domani

I pensieri non tornano

Perché vanno

E vanno lontano"

Pubblicato 18 gennaio 2008 da anaranjaverde in Senza categoria

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Le cose più importanti sn le più difficili da dire.
Sono quelle di cui ci si vergogna, poichè le parole le immiseriscono, le parole rimpiccioliscono cose che finchè erano nella vostra testa sembravano sconfinate, e le riducono a non più che a grandezza naturale quando vengono portate fuori. Le cose più importanti giacciono troppo vicine al punto dov’è sepolto il vostro cuore segreto. Come segnali lasciati per ritrovare un tesoro che i vostri nemici sarebbero felicissimi di portare via e potreste fare rivelazioni che vi costano per poi scoprire che la gente vi guarda strano, senza capire affatto quello che avete detto, senza capire perchè vi sembrava tanto importante da piangere quasi mentre lo dicevate. Quando il segreto rimane chiuso dentro non è per mancanza di uno che lo racconti ma per mancanza di un orecchio che sappia ascoltare.

Pubblicato 16 gennaio 2008 da anaranjaverde in Senza categoria

….   Leave a comment

*@*
 
un’immagine di fotogrammi animati
che si muovono in sequenza
spuntata fuori dal nulla
un cartone animato
senza anima e di nessun tempo….
 
mmmmm..
l’unica risposta
quando c’è una risposta
è che devon aver sbagliato i pezzi!
 
c’è qualcosa in più 
c’è qualcosa in meno!
 
insomma qualcosa non quadra
 
qualcosa
 
questo cuore ad esempio
 
prendi questo cuore!
 
quest’inutile tamburo,
 
questo buffo pugno di muscoli e di sangue !
 
fa  ‘che vuole questo cuore
 
e non è perfetto!
 
in più adesso perde due colpi nella notte, bum bum,
come quando aspetti la valigia sul nastro dell’aereoporto
e arriva l’ultima e non è la tua, bum bum, dov’è la tua??
la tua è sparita! bum bum  il cuore perde due battiti.
 
Così nella notte, questo cuore perde due battiti,
bum bum e mi sveglio come chi ha perso qualcosa di importante.. 
 
naaa come si fa con questo cuore??   
 

fa’ che le cose siano come le vedi tu
 

prendi anche il cuore
insieme al resto
e sostituiscilo con un altro
che sia anch’esso di cartone.
che faccia meno rumore..
 
 
fa’ che per me non valgano le leggi delle umane genti
se per me non valgono le leggi delle umane genti
 
o anche sostituiscilo con quello dell’uomo di latta
se quello non serve più- –!
 
*@*
 

Pubblicato 16 gennaio 2008 da anaranjaverde in Senza categoria

il museo del ghiaccio a Napoli =) prima o poi c metto la mia foto qua dentro!   2 comments

 

 

   

brrrrrrrrrrrr

che freddo!!

però brrrrrrrr

che bello!

 

 

 

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Pubblicato 7 gennaio 2008 da anaranjaverde in Senza categoria

RACHELE   Leave a comment

Ormai da un pezzo s’era fatto giorno anche se Rachele
s’affidava ancora una volta nelle braccia di Morfeo, pregadolo
di accoglierla, cullandosi dolcemente con un piede contro il muro.
Quel giorno meno che gli altri aveva voglia di svegliarsi
e buttarsi nel girotondo di pensieri della vita.
Morfeo non l’accolse e si risvegliarono in lei la voglia,
le cose da fare, la musica della mattina…arrotolata nelle coperte che la coprivano solo per metà, i capelli scuri e corti, le mani addormentate come ad ogni risveglio, contorte e strette sul petto, scese piano dal letto..il suo corpo era come quello di una bambina: magro, duro, senza nessuna forma, nessuna morbidezza, nè nelle guance, nè nei seni, due piccole punte di scoglio.
Il pavimento freddo le fece subito ritrarre i piedi, sul viso nessuna ombra di sonno. La solita routine della mattina yogurt bianco e acqua. Acqua fuori e dentro. Annegare in un mare di acqua.
Quando squilla il telefono, Rachele salta, avvolta da una strana sensazione di antiche memorie , quel rumore, che tante volte ignora, questa volta le entra dentro come piccoli spilli a ferirle un posto nascosto e chiuso da qualche parte nel fondo dell’anima. Eppure è Natale, già tante volte il telefono ha squillato, già tante volte ma non era così, risponde di riflesso per farlo smettere
-Pronto? dall’altra parte solo silenzio e rumore di strada. Riaggancia. E subito il telefono risquilla violento.. gli occhi cercano l’indentificatore di chiamata, quel piccolo quadratino grigio manda simboli ad intermittenza che dicono che ormai le pile son scariche e non sono state sostituite, Rachele sorride pensando è certo! ormai non serve più -pronto? ancora silenzio. Riaggancia. Eppure il pensiero va lì potrebbe essere chiunque e potrebbe essere lui. Indecisa sul mettere o meno la cornetta fuori posto, scaccia quel pensiero e quell’automatismo già vinto dalla serenità che solo il tempo può dare.  
il telefono risquilla ormai è la quarta volta e dall’altra parte sempre silenzio.. ne è quasi certa è lui. Inizia a guardarsi allo specchio. Proprio nel momento in cui si sente libera dal passato, al punto da convincersi che il passato non sia mai esistito perchè non ha più modo di essere nel presente tanto più in quel momento i fantasmi del passato tornavano a farsi presenti con arroganza e forza maggiore nella sua vita.Come se questi non fossero mai stanchi di fiaccarla. Forse la loro forza era sempre la stessa era lei che ad ogni nuovo contatto per un attimo perdeva ogni forza, la voglia di riaffrontare delle cose morte ed inutili. Ma loro erano lì tanto che la sua stessa faccia si trasfigurava e diventava quella di uno spettro, il sorriso perdeva forma, le mani si arrendevano. Rachele ogni volta sospirava, come se non fosse servito a niente renderli fantasmi..e anche se ormai non avevano più potere di farle male, la intristivano. Così come ogni volta. anche stavolta Rachele scuote la testa a ricacciare nel loro antro oscuro i ricordi di quello che fu. Esce di casa col mento alto, lo sguardo di sfida e il sorriso dell’indifferenza. è così che le piace mostrarsi. Ma i fantasmi quando decidono di tornare non vanno via semplicemente scuotendo la testa! Rachele sa anche questo. Tornata a casa ecco che il telefono torna a squillare -Pronto? una voce dall’oltretomba peggiore dell’ultimo rantolo di un folle nelle peggior atto di follia le dice -pronto sono io. la voce come se uscisse da labbra chiuse, biascicata bassa le fa sperare in un’allucinazione, d’avere confuso un rumore di fondo per voce e allora a voce più alta :
-pronto?? ma chi è? e ritorna quel rantolo -sono io.
Rachele abbassa la cornetta e fa per mettere il telefono fuori posto. ma quel respiro è ancora lì. la linea non è caduta.
Eccolo il suo aguzzino. Le viene da ridere perchè il cuore non le trema di paura e quella voce al telefono è così ridicola e così patetica.No, ma non era la paura quella che temeva.
Certo erano le vacanze di Natale, sciocca era stata lei a pensare che non si sarebbe ripresentato.
Accende la tv ed eccoli lì in tv Rachele.. guardali
Altri occhi, altro colore di capelli, altre mani, altre lacrime.
Ma la storia è la stessa, i particolari non contano.
Ecco i tuoi fantasmi Rachele: La stessa violenza, la stessa persecuzione, la stessa ingenuità, gli stessi ricatti, gli stessi squilli nella notte, la stessa follia, la tua stessa impotenza, lo stesso dolore, gli stessi errori, gli stessi orrori.
Ma la Rachele in tv è morta per mano del suo aguzzino.
Tu anche sei morta per mano del tuo, una morte diversa che però non si può non dire morte. Sei stata annientata, sconfitta.La tua anima e il tuo corpo bruciati nell’acido muriatico. Pezzi di te strappati che non possono più tornare ad essere te, li puoi solo ricordare. Non più sicura, non più bella, non più ingenua, non più in grado di crederci davvero, mai più serena. Ti sei dovuta raccogliere da lì. Ricostruire, imparare di nuovo a parlare, a camminare, a sorridere,a pronunciare il tuo nome. Ma ce l’hai fatta. Sei viva. Sei stata più forte e più fortunata della Rachele della tv.
Così Rachele dice a se stessa. che forse quei fantasmi tornano quando davvero credi che puoi pensare che il tuo passato non sia mai esistito per ricordarti chi sei, da dove vieni, e cosa puoi fare per gli altri.
 

Pubblicato 6 gennaio 2008 da anaranjaverde in Senza categoria

ad ogni alba luce e buio tornano ad incontrarsi…   3 comments

Cos’è quella fredda malinconia
che dagli occhi ti scende sulle labbra?
quell’attimo mi confonde..
non sarà forse il riflesso della malinconia
che vedi nei miei occhi? 
o anche tu sei triste?
 
o è la paura di leggere nei tuoi occhi quello
che penso ci sia nei tuoi pensieri
che mi fa vedere i tuoi occhi inquieti?
o davvero non sai se eternamente
per l’ultima volta mi saluti?
cos’è quella malinconia fratello buio?  
 
 
 
cos’è questa malinconia
che dagli occhi ti scende fino al cuore
e ti avvolge inquieta tra l’andare e il restare?
forse anche tu sei triste? 
non so se sono i miei occhi abituati al buio a vederti tremare o tremi davvero o è la mia paura
di non sapere se alla prossima alba
al prossimo tramonto tornerai a mescolarti
ancora una volta infinitamente a questa oscurità?
cos’è quella malinconia
che vedo nei tuoi occhi sorella luce?

Pubblicato 3 gennaio 2008 da anaranjaverde in Senza categoria